Inutile dire che ci troviamo in una situazione particolare che, tra le tante ripercussioni sulla nostra vita personale, modifica e limita profondamente la nostra quotidiana attività fisica e motoria.
Ma non voglio ancora parlare di “adesso”, permettetemi un attimo di ragionare del “prima”.
Ed il “prima” ovviamente è riferito a prima delle misure restrittive per il diffondersi del virus, che possiamo datare nel 23 febbraio 2020 per la regione Lombardia.
Vorrei chiedervi se, pensandovi liberi e senza divieti, vi riconoscereste in una di queste cinque categorie.
Non è certo questo il momento di ricordare (ma vi invito a tenerlo presente quando tutto si normalizzerà…) quanto sia importante l’attività fisica sportiva nella vita delle persone; ci sono ormai chiare indicazioni sanitarie mondiali che parlano di quotidiano movimento dato da uno stile di vita attivo e, in aggiunta, almeno due sedute di allenamento più intense. Questo in termini di prevenzione di problematiche fisiche (sovrappeso, dolori, malattie cardio-respiratorie, ecc.) ma anche psichiche (ansia, depressione, ecc.), in quanto allenarsi fa bene al corpo ma anche alla mente liberando nel nostro corpo ormoni capaci di regalarci benessere, positività, combattendo ad esempio stress e malumore.
Riflettete e alla riapertura, se già non lo fate, pensate ad iniziare un percorso di attivazione motoria affidandovi a seri protagonisti come quelli presenti al Riability Point, sapranno sicuramente accogliere le vostre personali esigenze.
Ma torniamo ad “adesso”. A meno che non siate tra i pochi ancora attivi con il lavoro, possiamo dire che la nostra vita in termini di quantità di movimento giornaliero è decisamente cambiata in negativo.
Se ragioniamo sul consumo energetico quotidiano è chiaro come un corpo che si muove meno consuma meno, peccato che purtroppo ciò non coincida con una minor quantità di energia (calorie da cibo) introdotta ma anzi spesso ci si ritrova a “compensare” proprio con l’alimentazione le preoccupazioni date dalla situazione. In più le “tentazioni” da quarantena sono chiare: dolci fatti in casa, pasta fatta in casa, pane fatto in casa, ecc.quindi non solo quantità ma anche qualità degli alimenti introdotti possono rappresentare un problema.
Inoltre un corpo che si muove meno perde anche massa muscolare in quando siamo una macchina perfetta che risparmia dove può risparmiare. Meno massa magra nel nostro corpo diminuisce il fabbisogno calorico di cui abbiamo necessità.
Insomma sono all’ordine del giorno aumenti di peso da massa grassa, problematiche muscolo-scheletriche date da non movimento e/o cattive posture, chiari segnali di affanno anche solo nel fare le scale di casa.
Probabilmente se vi siete riconosciuti nelle prime due categorie sopra descritte tutto ciò vi ha toccato marginalmente, in quando chi vive di sport ha contatti fidati (coach, allenatore) e riesce a trovare la motivazione e i giusti stimoli per lavorare in casa anche in questa condizione. Per esempio i miei atleti del Riability Point è dal 24 febbraio che ricevono un allenamento al giorno da fare in casa, si confrontano su una chat di gruppo e partecipano ad allenamenti live sulla piattaforma ZOOM.
Più a rischio sono le altre tre categorie. La terza perché quelle persone solitamente senza uno stimolo reale, come la presenza del coach, non possiedono la necessaria motivazione per lavorare autonomamente. Ma è sicuramente più facile coinvolgerle nel momento in cui si trova il canale di stimolo giusto (video registrati, live, lavoro in gruppi virtuali, ecc.).
Per quanto riguarda le ultime due categorie la questione è un po’ più complicata. Avrete sicuramente ascoltato e letto le indicazioni nazionali per affrontare il virus “Resta in casa, programma lì la tua attività fisica, ecc.”.
Programmare attività fisica per uno che l’attività fisica non la pratica risulta molto difficile ed un po’un controsenso. Sconsiglio per questo di improvvisarsi atleti seguendo tutorial di varia natura e magari di dubbia provenienza. La scelta migliore risulta quella di considerare le cose più semplici, gli schemi motori del quotidiano.
Come fare a rimettersi in moto e combattere la pigrizia?
L’ideale è programmare sull’agenda personale, come un appuntamento inderogabile, mettendo la sveglia o incollando un post-it ben visibile, 2/3 momenti di movimento al giorno, di varia durata, dai 10 minuti le prime volte fino ad arrivare anche a 30 minuti.
Cosa fare? Se non si hanno particolari problematiche fisiche, fare cose semplici come ad esempio:
In oltre è consigliato:
Nella speranza che tutto ciò possa essere stato spunto di riflessione e/o suggerimento per un po’ più di movimento quotidiano, vi saluto e rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
A cura di Roberto Manelli
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